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Juventus: oltre al danno, la beffa

Juventus, oltre al danno, la beffa. Il danno, che alla lunga distanza potrebbe pesare, è il mancato pareggio.La beffa, è che la prima sconfitta in campionato si realizza negli ultimi venti secondi di partita. La Juve, nonostante le tante occasioni mancate, torna a casa senza raccogliere punti e si ritrova agganciata dalla Roma che torna in testa alla classifica.
La Juve, soprattutto nel secondo tempo, da l’occasione di poter segnare da un momento all’altro, ma grazie alla complicità di un grandissimo Perin, questo vantaggio non si concretizzerà mai.

Il danno, incassare un goal al 94’. La beffa, è che a segnarlo è Antonini, su un’azione costruita da Matri: entrambi vecchie conoscenze di Allegri, sembrerebbe il copione della vendetta perfetta. I fattori che decidono una partita sono i medesimi, sia in caso di successo, che nel caso di una sconfitta, gli stessi che vengono considerati positivamente o negativamente a seconda dell’esito. Così, se lo Juventus Stadium è da sempre fattore determinate alla vittoria, altrettanto evidente è il “mal di trasferta” di questa squadra: un solo punto raccolto dopo le partite di Sassuolo e Atene, prima sconfitta in campionato (dallo scorso 30 marzo) che arriva in un Marassi in pessime condizioni di gioco, con un’atmosfera sugli spalti degna delle grandi occasioni, in una gara giocata a ritmi forsennati che ha concesso poco spettacolo, che ha mostrato una Juventus scontata che palesa evidenti difficoltà nell’impostazioni di gioco.

E’ una partita, come dice Allegri, che “deve servire da lezione”: una lezione che va imparata in fretta però, tra soli due giorni infatti ci sarà ancora una trasferta, quella di Empoli, in cui davvero non si può sbagliare. Anche il fattore stanchezza spesso può essere determinante, soprattutto con tanti impegni ravvicinati: la Juve ha retto botta fisicamente, ad essere stanche sono le menti, gli occhi dei giocatori, le idee dell’allenatore, soprattutto un gioco stanco, stantio, prevedibile e poco fruttuoso.

La difesa, affannosa e senza punti di riferimento è l’anello debole della squadra. Allegri deve sperare che non ci siano problemi nelle prossime partite, perche difficilmente Barzagli e Caceres si rivedranno prima di fine novembre, altrimenti sarà costretto a intervenire e spostare di ruolo con il rischio di mandare a monte meccanismi ormai consolidati. Necessario aprire un’importante parentesi sul mercato che rende indispensabile l’intervento di Marotta nel mese di gennaio: l’acquisto di un difensore dato per certo già in estate diventa indispensabile per affrontare l’ultima parte del campionato.

Problemi concreti arrivano anche dal centrocampo. Pogba e Vidal sono risorse importantissime, inutile ripeterlo, tanto grandiosi nei loro momenti di gloria altrettanto disastrosi nelle loro giornate no. E’vero che le gerarchie si formano in seguito alle prestazioni, ma nessuno deve sentire il proprio posto assicurato, soprattutto dopo performances altalenanti. Senza Pirlo si costruisce poco gioco, forse è ora di pensare ad un probabile reinserimento di Marchisio tra titolari? Pur senza colpi geniali, fa girare meglio la squadra.

Servono minuti nelle gambe per raggiungere la condizione fisica ottimale, ma il fiore all’occhiello di Conte sembra funzionare male a livello tattico. I numeri parlano di un tesoro milionario: valore quest’anno, non ancora espresso in campo. Per vincere le partite serve anche fortuna: la bravura dei portieri avversari sottolinea il fatto che anche con poco si può creare gioco, anche con poco basterebbe solo buttarla dentro.

La dea bendata era distratta ieri sera, ma la fortuna si sa aiuta gli audaci, e di audacia, di coraggio, di sfrontatezza la Juventus ne sta dimostrando davvero un quantità limitata.
Il turno infrasettimanale è vero riserva sempre tante sorprese: basti pensare che quattro partite si sono decise negli ultimi otto minuti. Non esistono però scusanti per una squadra che deve mantenere il proprio status, il proprio primato. In un campionato in cui non esistono squadre consolidate che possano mettere pressione dal basso, e che possono esprimere il proprio valore solo come “anti-grandi”, lo scudetto rimane un affare tra Juventus e Roma, affare in cui sarà decisivo il fattore Champion’s, in cui conteranno concretezza di idee e di gioco.
Lo scorso anno è stato uno scontro vinto sulla resistenza, per vincere ancora, dopo tre anni di seguito, serve il salto di qualità.

E se è presto per arrivare alle conclusioni, invece è necessario il momento delle riflessioni: qualche domanda possiamo iniziare a porla. Sta ad Allegri rispondere: serve un cambio di passo, aumentare ritmo ed intensità. I primi riscontri si vedranno nell’immediato con un week end che si apre di nuovo in trasferta in campionato e una la settimana che proseguirà con la partita che segnerà il passaggio del turno in Champion’s League.

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